Locarno-Milano-Venezia

 
La sempre più difficile sostenibilità degli attuali modelli di sviluppo, il progressivo depuramento delle risorse naturali e la tendenza globalizzante e omologante della cultura sono oggi i motivi che hanno condotto irreversibilmente ad un'inversione di marcia ed una nuova partenza nel segno dell'identità, della singolarità dei luoghi e nel rispetto dei valori ad essi legati: la volontà di recuperare l’idrovia Locarno-Milano-Venezia ne è un esempio.

Un po’ di storia: dalla navigazione commerciale alla navigazione turistica

Un’idrovia che unisce tra loro laghi, fiumi e canali, alimentata prevalentemente dal ghiacciaio del Nufenenstock sul Gottardo, la sorgente da dove nasce il fiume Ticino. Il Ticino versa le sue acque nel lago Maggiore, a Locarno, stazione di testa della via d’acqua dalla Svizzera al mare.
Furono i Visconti i precursori dell’idrovia Locarno–Milano-Venezia. Soprattutto Filippo, duca di Milano dal 1412 al 1447, che ai castelli viscontei di Locarno, Abbiategrasso, Milano e Pavia si recava con le sue navi percorrendo il Naviglio detto Ticinello o Naviglio Maggiore, aperto da qualche decennio alla navigazione per volontà di Gian Galeazzo e per merito della Fabbrica del Duomo di Milano.
Oltre al marmo di Candoglia per la costruzione del Duomo, dal Lago Maggiore scendevano lungo il Ticino e il Naviglio altri tipi di pietra e ghiaia: occorre riconoscere che Milano, in grande misura, è stata costruita grazie ai Navigli, scavati in origine per la difesa e l’irrigazione delle campagne, e utilizzati subito dopo per la navigazione non solo commerciale.
Tra il Cinquecento e l’Ottocento le famiglie aristocratiche e i mercanti milanesi con i loro ospiti, la servitù e le mercanzie si trasferivano in primavera nelle ville-aziende, con le imbarcazioni equipaggiate per il viaggio via acqua.
All’inizio dell’Ottocento, dopo la realizzazione del Naviglio di Pavia, alle merci si aggiungeva il trasporto delle persone e, prima dell’avvento della ferrovia, comincia l’epoca della navigazione turistica.

Si deve all’iniziativa di una società lombarda-piemontese e svizzera che porta a Locarno il “Verbano”, il primo battello a vapore. Il 15 Febbraio 1825 veniva effettuato il primo viaggio da Magadino (Locarno) ad Arona prolungato fino a Sesto Calende l’anno dopo.
Viaggi regolari con fermate negli imbarcaderi dei piccoli centri, determinarono l’apertura dei primi alberghi e caffè per ospitare i visitatori in gita sul lago.

Nel corso dell’Ottocento si inaugura la prima linea regolare di navigazione da Pavia a Venezia con un battello a vapore. Cinquecentocinquanta chilometri a pelo d’acqua e lungo un itinerario di rara suggestione del cui valore turistico allora non vi era consapevolezza.

L’idrovia oggi

L’istituto per i Navigli dal 1998 porta avanti progetti di valorizzazione dei Navigli milanesi e pavesi, di cui un grande obbiettivo è il ripristino della navigazione da diporto e passeggeri dal lago Maggiore a Milano e da Milano alla laguna di Venezia per ricollegare il lago Maggiore al mare Adriatico passando per Milano, restaurando le conche di memoria leonardesca. “Il mare- dicevano a Porta Ticinese- è un naviglio senza sponda”, ed in questa immagine irreale si riflette l’aspirazione massima di Milano: costruire un canale navigabile che colleghi Locarno - Milano - Venezia. L’incantevole via d’acqua, di 550 km, esiste già ed è tutta a cielo aperto (lago Maggiore, fiume Ticino, Canale Industriale, Naviglio Grande, Naviglio di Pavia, Ticino, Po, Laguna di Venezia): per renderla nuovamente attiva al turismo nautico da diporto è necessario ristrutturare numerose conche, costruirne di nuove e ricostruire i ponti per consentire il passaggio delle barche. Sarebbe così possibile levare l'ancora da una fiorita cittadella svizzera, farsi trasportare dal moto, a tratti lento, a tratti ondoso, lungo le acque specchiate del lago Maggiore e quelle sublacuali del Ticino, attraversare il Canale Industriale, immergersi nell'ambiente e nei profumi della natura verdeggiante del Naviglio Grande, raggiungere così Milano, la sua Darsena e navigare quindi alla volta di Pavia, attraverso il Naviglio Pavese. Da Pavia poi, passando il ponte della Becca e navigando il grande alveo del fiume Po, si potrebbe navigare serenamente, sino ai porti di Piacenza e Cremona attraverso le corti rinascimentali italiane e le terre emiliane del sapore e concludere il viaggio nella Laguna Veneziana, godendo così dei suoi antichi splendori e della sua fitta rete di canali. Se tutto questo fosse davvero possibile, allora l'Italia avrebbe un vanto in più che si andrebbe ad aggiungere al già lungo elenco di risorse turistiche. Tale percorso riporterebbe alla luce tesori ambientali, architettonici, storico-artistici, archeologici ed industriali in grado di costituire un prodotto turistico decisamente ampio e favorire così il sorgere di indotti positivi per questi territori.

 

Le discese dimostrative

Con l’ausilio dell’Associazione Motonautica Venezia, guidata da Gianpaolo Montavoci, volevamo riscoprire l’enorme potenziale turistico dell’idrovia, con la pratica del viaggio.
Perciò dal 2003, con cadenza biennale, si sono svolte delle discese dimostrative in barca non solo per “saggiare” le opere realizzate e “saltare” quelle ancora da fare, ma anche per svelare i volti nascosti, visibili solo dall’acqua, di molti paesaggi e centri abitati. Cinque imbarcazioni, con motore a GPL con a bordo rappresentanti della stampa, della televisione e autorità, percorrono quell’antico e suggestivo sistema di canali che da Locarno porta a Venezia, passando per le più belle città d’arte e cultura del Nord Italia. Un viaggio affascinante, ma anche un'occasione per individuare gli ostacoli su cui intervenire e i restauri da effettuare per riattivare l’idrovia, che non è ancora completamente navigabile. Una serie di eventi (feste in piazza, biciclettate, conferenze) accompagnano da "terra" l’arrivo delle imbarcazioni, a sottolineare la valenza culturale e turistica della navigazione.

 

Manifesto della discesa | 2003

   

La stampa e la televisione hanno svolto un ruolo fondamentale per sollecitare gli enti di programmazione e per stimolare le Regioni, i Comuni, le Aziende e le Società a restaurare non solo opere idrauliche, ma anche alcuni ponti, autentici gioielli di architettura. E qualche importante risultato è stato ottenuto!

 

Le tappe del recupero
dell’idrovia Locarno-Milano-Venezia

Marzo 1998
Viene presentata la proposta di recupero dell’idrovia Locarno-Milano-Venezia agli enti interessati da parte del Comitato Promotore.

Maggio 1999
Lo stesso progetto viene presentato ad Arona.

 

 

Aprile-Giugno 2001
L’itinerario viene illustrato nella mostra “In viaggio sui Navigli. Locarno-Milano-Pavia-Venezia, 300 miglia di vie d’acqua” presso il Castello Visconteo di Pavia, grazie al Contributo di Fondazione Cariplo.

Dicembre 2001
La Fondazione Cariplo finanzia il “Progetto di recupero dei Navigli, restauro e ristrutturazione dei beni culturali per il turismo nautico tra la Svizzera, Milano e il Mare Adriatico”.

 

Dal 2003
L’Associazione Amici dei Navigli insieme all’Associazione Motonautica Venezia organizza, a cadenza biennale, le discese in barca dimostrative da Locarno a Venezia (e dal 2007 fino a Trieste) con l’obiettivo di sensibilizzare le Istituzioni al recupero di questa incantevole via d’acqua.

Aprile 2005
Inaugurazione degli approdi sul Naviglio Grande durante la 2ª Discesa dimostrativa.

 

Maggio 2006
Inaugurazione delle prime due conche restaurate del Naviglio Pavese, la Conchetta e la Conca Fallata.

Aprile-maggio 2007
Inaugurazione della Conca della Miorina durante la 3ª Discesa dimostrativa.

Aprile 2009
Inaugurazione dell’alzaia di Turbigo durante la 4ª Discesa dimostrativa.

 

Aprile-giugno 2009
Viene allestita la mostra “In viaggio sui Navigli da Locarno a Milano” presso l’Aeroporto della Malpensa con un notevole successo presso il pubblico e la stampa.

Febbraio 2010
L’idrovia Locarno-Milano-Venezia approda alla BIT. Negli spazi di Fiera Milano, viene riproposta la mostra “In viaggio sui Navigli da Locarno a Milano“

Settembre 2010
La mostra “In viaggio sui Navigli da Locarno a Milano” approda a Locarno, città capolinea dell’idrovia