LAVORI IN CORSO

Studio di fattibilità per la riqualificazione degli spazi aperti lungo le alzaie dei navigli milanesi e pavesi tra Milano e i parchi regionali. Bando “Qualificare gli spazi aperti in ambito urbano e peri-urbano”- Fondazione Cariplo

NAVI CAMP - LA CAMPAGNA INTORNO AL NAVIGLIO DI GAGGIANO

Nel quadro della riqualificazione degli spazi aperti lungo le alzaie dei navigli milanesi e pavesi tra Milano e i parchi regionali, lo studio di fattibilità ha preso in esame un’area campione, adiacente all’alzaia del Naviglio Grande, nel Comune di Gaggiano, dalle caratteristiche tipiche del territorio agricolo irriguo ricco di rogge e fontanili. La coltivazione prevalente nell’area oggetto dello studio di fattibilità (41 ettari) è quella risicola, alimentata dalle rogge Secca e Laghetto e dai cavi Beretta Ferrario, Terzago e Riccardi; lungo i corsi d’acqua e intorno ai due fontanili (fontanile Cascina San Pietro e fontanile Riccardi) sono presenti, in forma areale e soprattutto in filari alberi e arbusti lungo i corsi d’acqua che si diramano dall’alzaia e che caratterizzano il paesaggio agrario intorno alle due cascine Barera e Guzzafame. Di forma pressoché rettangolare, con andamento perpendicolare rispetto all’alzaia del Naviglio, l’area è compresa nel Parco Agricolo Sud Milano e la cascina Guzzafame è un punto del parco che si potrà raggiungere in bicicletta dall’alzaia del Naviglio, se si realizzeranno gli interventi previsti nella fase 1 dello studio di fattibilità. Nell’area vi è una presenza media di circa 80 metri di filari legnosi per ettaro, concentrati intorno ai fontanili e lungo i corsi d’acqua e in particolare lungo i quattro corsi d’acqua affiancati, la cui larghezza varia tra i 32/38 metri, dove spicca la presenza di possenti alberi di Farnia.

Area

Navi Camp

 

 

 

Lo studio di fattibilità intende conservare l’attività produttiva, riattivando il fontanile cascina San Pietro, potenziando la ricettività turistica e valorizzando le componenti paesaggistiche di rilievo, dando funzionalità ciclabile e pedonale ai percorsi esistenti, attivandone di nuovi a partire dall’alzaia del Naviglio Grande e rinforzando la presenza degli alberi e degli arbusti sia intorno ai fontanili che lungo i filari esistenti.
Nella fase due, per accentuare l’attrazione del Naviglio e dell’area oggetto dello studio di fattibilità, e per assecondare le politiche ambientali si aggiungono due proposte che potranno essere successivamente realizzate : un ecosistema forestale didattico, rappresentativo di tutte le specie arboree presenti lungo le alzaie del Naviglio Grande, poste in evidenza dal censimento effettuato nello studio; un prato di erba medica intorno al fontanile Riccardi, di richiamo della fauna, con un’area di sosta per l’osservazione della natura.
Per avviare una serie di relazioni conoscitive del paesaggio agrario tra l’alzaia del Naviglio e le aree interne del Parco Agricolo Sud Milano, si è scelto di puntare su quest’area campione per realizzare, insieme al Comune di Gaggiano e con la partecipazione dei proprietari dell’area e delle cascine, un sistema integrato di relazioni ambientali diretto a migliorare sia il paesaggio sia le condizioni ambientali dell’area comunale e di quella, in prospettiva di ulteriori interventi simili, dell’area metropolitana milanese. Per soddisfare , in qualche misura, il fabbisogno di “natura” dei numerosi frequentatori dell’alzaia del Naviglio Grande, e per offrire alternative di percorso, sia pedonali e sia ciclabili e aree di sosta attrattive, ai cittadini del Comune di Gaggiano, a quelli dei Comuni contermini e ai milanesi in gita in bicicletta lungo l’itinerario “NG01 – Il Naviglio Grande, da Milano ad Abbiategrasso” è stato redatto il presente studio di fattibilità che propone sia un anello ciclopedonale sia un anello o un percorso solo pedonale coerente con gli indirizzi sia del PGT di Gaggiano sia del piano territoriale del Parco Agricolo Sud Milano, che del piano territoriale regionale d’Area dei Navigli Lombardi. La presentazione del censimento delle aree e dello studio di fattibilità promosso anche dall’Assimpredil Ance, è stata l’occasione per incrementare il consenso sullo studio di fattibilità anche da parte del FAI ( Fondo Ambiente Italiano) oltre che da diverse associazioni interessate. Tutti gli interventi previsti dallo studio di fattibilità della fase 1 sono stati approvati dall’Amministrazione Comunale di Gaggiano, dai proprietari delle aree interessate, concordi nell’effettuare: i lavori di decespugliatura delle piante e di compattazione del terreno della sede del viottolo pedonale tra i quattro corsi d’acqua; i lavori della sistemazione del fondo della strada rurale esistente e di messa in opera del pietrisco con le pendenze necessarie per lo smaltimento delle acque, lungo l’anello ciclopedonale, nonché la messa a dimora degli alberi, degli arbusti e le relative segnaletiche, così come illustrate nei disegni e nelle fotografie allegate allo studio di fattibilità. Il costo complessivo di tutte le opere previste nella fase 1 dello studio di fattibilità è di circa 80.000,00 Euro, un costo contenuto rispetto ai benefici che si otterranno dalla realizzazione degli interventi, un costo che consentirà al Comune di Gaggiano di accedere ai finanziamenti del bando Cariplo “Salvaguardare gli spazi aperti in ambito urbano e peri-urbano- Interventi realizzativi” riservato all’attuazione degli studi di fattibilità.

 

Cortina

 

 Fontanile

 Felce

Vista della grande cortina che
accompagna il corso di quattro corsi d'acqua paralleli

Testa del fontanile Cascina San Pietro

Osmunda regalis, bella e grande felce dei boschi umidi, rara in Pianura Padana
per scomparsa degli ambienti
adatti alla sua crescita

Progetto sostenuto da:    

                                                                 

A cura dell’Università di Pavia (Dipartimento di Scienze della terra e dell’Ambiente) e dell’Istituto per i Navigli/Associazione Amici dei Navigli.

Con il contributo di

 


CENSIMENTO DEGLI SPAZI APERTI LUNGO IL NAVIGLIO GRANDE

Vermezzo-Milano

Nel periodo tra la primavera/estate 2012 e 2013 il prof. Francesco Sartori, Professore di Geobotanica presso il Dipartimento di Scienza della Terra e dell’Ambiente - sezione di Ecologia del Territorio dell’Università di Pavia e Direttore dell'Orto Botanico dell’Università di Pavia ha effettuato uno studio sulle specie vegetali presenti nel territorio dei Navigli, in particolare l’attività si è svolta lungo l’asta del Naviglio Grande da Vermezzo a Milano, lungo la pista ciclopedonale.

Gli spazi censiti sono di due tipi: lineare e areale. Gli spazi lineari si sviluppano accanto alla pista ciclopedonale che fiancheggia il Naviglio Grande. Gli spazi areali, si estendono nel territorio circostante con superfici di dimensioni variabili. Le differenze tra i due tipi non si limitano alla forma, ma sono anche di tipo ecologico e ambientale.

Gli spazi lineari occupano una superficie di lunghezza e di larghezza convenzionalmente definita in m 50, partendo dalla pista ciclopedonale. L’alta frequentazione della pista e le cure di manutenzione della stessa originano un ambiente fortemente antropizzato, che si mantiene anche nella fascia più discosta dal naviglio, ove il controllo da parte dell’uomo è esercitato, nelle aree agricole, con la coltivazione dei campi. Di fatto, qui la vista può spaziare su campi coltivati con filari alberati, rogge, strade e appezzamenti ospitanti coltivazioni diversificate,  oppure essere negata da un fitto muro vegetale rappresentato da cortine alberate ricoperte da liane, ovvero può cogliere piacevoli scorci costruiti, ma anche il retro mal messo di capannoni industriali con piazzali disordinati, ingombri di materiale vario.

Gli spazi areali, dal punto di vista naturalistico, presentano contenuti di maggior interesse  soprattutto se arricchiti di cortine e filari arborei, di rogge alberate, di fontanili e se presentano una estesa continuità spaziale e quindi sono catalogati come elementi primari della Rete Ecologica Regionale.

Flora

E’ presente la componente arborea e alto arbustiva, impiantata dall’uomo, e la componente arbustiva bassa e erbacea di origine spontanea, pur se condizionata dall’attività diretta o indiretta dell’uomo.

Le specie arboree censite sono 33; gli alberi contati sono in totale 2056 . Gli alberi riscontrati lungo il Naviglio Grande sono 511, pari ad una densità media di 1 albero ogni 18 m. Gli arbusti censiti sono in totale 2848 , pari ad una densità media di legnose (assommando alberi e arbusti) lungo il naviglio di 1 individuo ogni 6 m; con una distribuzione irregolare.

Le erbe censite sono 217. Il censimento non è esaustivo, in quanto la modalità di raccolta dei dati è avvenuta, percorrendo a piedi le aree,  in tempi diversi nella stagione tardo primaverile –  estiva ed è stata disturbata dalle operazioni periodiche di taglio e pulizia delle rive del naviglio e dell’alzaia. Tuttavia, è da ritenere che gran parte delle specie più abbondanti, come numero di individui, siano state annotate.

Siccome ogni specie ha un suo caratteristico areale di distribuzione geografica mondiale, una sua biologia, una sua valenza ecologia e un suo ruolo ecosistemico e paesistico è interessante, dal punto di vista descrittivo, ma anche operativo di pianificazione e di qualificazione territoriale, conoscere tali informazioni.

Le forme biologiche secondo Raunkiaer si distinguono in due categorie: specie erbacee e specie legnose, ciascuna delle quali suddivisa in altre due categorie: erbe perenni e erbe annuali, legnose cespugliose e legnose arboree.

Il grafico di figura 1 indica percentualmente come tali categorie, sulla base della sola presenza di tipo floristico e non su quella di tipo quantitativo, si distribuiscono sul territorio.

 

 

Figura 1 – Forme biologiche. I numeri indicano i valori percentuali

Pur nella condizione di artificiale controllo da parte dell’uomo, lo spettro biologico è tendenzialmente in accordo con quelli di aree abbastanza vaste e con modalità varie di uso del suolo della Pianura Padana. Il moderato contingente di specie annuali indica una situazione di suolo stabile, senza significativi rimaneggiamenti e conferma la regolarità degli interventi esterni.

Le specie ad ampia diffusione, di cui molte esotiche, sono numerose. Le specie europee sono un quinto,mentre è un po’ sotto la norma, il contingente mediterraneo, ciò significa che le specie esotiche sono abbondanti, ma ripetitive, mentre le specie autoctone sono più varie. Ne deriva che le specie esotiche appiattiscono il paesaggio con la loro ingombrante elevata quantità di individui, e deprimono in generale la biodiversità.

In figura 2 è riportata la ripartizione vegetazionale delle specie censite secondo la loro prevalente collocazione naturale in comunità che sono espressione di ambienti umidi, ambienti aridi, formazioni prative naturali o coltivate, ambiti forestali e paraforestali, quali gli orli dei boschi e le radure e quelle che sono espressione degli ambienti con vario livello di antropizzazione, come i bordi di strada, i ruderi, le aree rurali edificate, le capezzagne, le infestanti le coltivazioni; in figura 2, queste ultime sono riassuntivamente riunite tra gli  incolti.  

 

Figura 2 – Spettro vegetazionale. I numeri indicano i valori percentuali

Le specie degli incolti sono nettamente dominanti e confermano l’alta antropizzazione dell’area, sono ben rappresentate anche le specie legate agli ambienti umidi, prativi e forestali sono ben rappresentate.

Le specie, nella loro diffusione utilizzano i corridoi ecologici. I corridoi ecologici sono solitamente ipotizzati soprattutto per la fauna, in particolare terrestre. Tuttavia anche i vegetali nel loro diffondersi sul territorio sono in qualche misura condizionati dall’esistenza di spazi e di vettori adatti alla dispersione dei loro geni. I vegetali superiori si diffondono per mezzo dei semi, che sono il risultato della fecondazione, a sua volta dipendente dall’impollinazione. l navigli sono  considerati una barriera strutturale per i corridoi ecologici tracciati nell’area di studio, ne consegue che l’impollinazione diventa il primo processo di impollinazione.

Si possono concludere queste brevi note sui vegetali confermando la sostanziale artificialità del naviglio e del suo territorio a contorno; rimarcando il ruolo non secondario delle specie esotiche; sottolineando il prevalere della componente erbacea; mentre gli alberi sono per la maggior parte di impianto, sia lungo il naviglio, sia nella campagna, ma con diversità di corteggio floristico.

Ipotesi operative di intervento

Le flebili tracce di naturalità floristica riscontrate sono utili sia come specie guida per ricostruire storicamente ambienti scomparsi, sia per ipotizzare una loro ricostruzione, che, pur non potendo essere integrale, perlomeno realizzi sistemi più complessi e vari di quelli attuali e che:

-       richiedano poca manutenzione,

-       diano un adeguato rifugio alle specie vegetali e animali autoctone in contrasto con le dilaganti specie esotiche, 

-       siano coerenti con l’ambiente e il paesaggio,

-       offrano ristoro ai frequentatori delle piste ciclopedonali e stimolino negli stessi il desiderio di conosce gli ambienti che affiancano il loro spostamento.

Per recuperare funzionalmente gli spazi lineari e areali lungo il naviglio Grande è necessario agire a livello ecosistemico e a livello territoriale.

A livello ecosistemico è indispensabile individuare, le potenzialità degli ambienti per recuperare al meglio le espressioni biologiche che li caratterizzano. Si possono in tal modo ripristinare o migliorare ambienti acquatici e umidi dei fontanili e delle rogge, le zone aride, gli arbusteti, i filari e le cortine arboree e qualche macchia forestale.

A livello territoriale, individuati gli ambiti di intervento, questi devono essere valutati nel loro attuale stato per poi decidere se e come intervenire;

in modo da:

-       contenere il degrado;

-       proteggere ciò che è raro;

-       sostenere e incentivare le pratiche agricole e agrituristiche, orientandole verso la sostenibilità dal punto di vista ambientale e verso la valorizzazione dell’attività attuale e storica dell’uomo agricolture e conservatore del creato nel contesto divulgativo e didattico;

-       favorire il comfort di chi usa le piste ciclopedonali;

-       premiare il corretto uso, anche dal punto di vista estetico, degli orti urbani.

Negli interventi sul verde sono da usare tutte le componenti, non solo quelle legnose; esplorando la possibilità di aumentare la biodiversità ecosistemica e tassonomica, con una visione allargata a tutte le componenti biotiche. Ad esempio, un canneto è floristicamente povero, ma faunisticamente ricchissimo..

L’asta del naviglio dovrebbe essere vista come la base di un pettine, dalla quale si dipartono, soprattutto nel tratto agricolo, i denti, rappresentati dai filari che si addentrano nella campagna. Ove i filari si connettono con il naviglio dovrebbe essere rafforzata la presenza di alberi realizzando piccoli nuclei boscati. Tali nuclei, oltre a rafforzare la connessione naviglio-filari, attualmente debole, permetterebbero di disporre lungo il naviglio stesso di una serie di stepping stones, funzionali alla realizzazione di un vero corridoio ecologico posizionato lungo il corso del naviglio.

Infine, sempre lungo il naviglio andrebbe evitato l’impianto di filari arborei in continuo, che, oltre ad essere esteticamente stucchevoli e non motivati storicamente, sarebbero incompatibili con alcune servitù legate ad esempio alla presenza dei metanodotti. Invece la progettazione dovrebbe essere diversificata, con tratti ove ai gruppetti di alberi si alternano sia gli arbusti, alti o bassi, sia le erbe palustri a bordura di fontanili e fossi, sia i prati fioriti, sia cortine verdi fitte che nascondono visuali sgradevoli.

Francesco Sartori, Professore di Geobotanica presso il Dipartimento di Scienza della Terra e dell’Ambiente – sezione di Ecologia del Territorio dell’Università di Pavia e Direttore dell'Orto Botanico

Progetto sostenuto da:    

                                                                 

A cura dell’Università di Pavia (Dipartimento di Scienze della terra e dell’Ambiente) e dell’Istituto per i Navigli/Associazione Amici dei Navigli.

Con il contributo di

 


PROGETTO PRELIMINARE "RESTAURO DELLA CONCA DI VIARENNA, RIAPERTURA DEL BACINO ANTISTANTE LA CONCA E RICONNESSIONE DELLA STESSA ALLA DARSENA DI MILANO"

La Conca di Viarenna è stata costruita, a cura degli ingegneri della Veneranda Fabbrica del Duomo, tra il 1551 e il 1558 durante la costruzione dei Bastioni (1548-1566). Essa sostituiva la precedente Conca del 1438 di cui vi è testimonianza nell’assito ligneo scoperto di recente in Darsena.

Prima della copertura della Cerchia Interna e di via Vallone (1933), la Conca di Viarenna rappresentava la congiunzione tra il Naviglio Grande e la Cerchia Interna. Nel canale di raccordo, subito dopo la Conca, vi era il laghetto di via Olocati dove sostavano le imbarcazioni in attesa della concata.

Attualmente, la Conca è recintata e priva dei suoi portoni e, attestata ad essa, vi è ora l’edicola contenente le lapidi quattrocentesche che testimoniano la “Conca vecia” rivolte verso lo specchio d’acqua oggi utilizzato, purtroppo e spesso, come vasca per rifiuti. Alimentata dall’acquedotto, nell’acqua della vasca vi sono pesci d’acqua dolce.

Dato il suo importante valore culturale, la Conca è stata riconosciuta dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali come monumento civile, grazie alla documentazione presentata dall’Associazione Amici dei Navigli in occasione del seicentesimo anniversario della costruzione del Duomo (1986).

La proposta dell’Associazione Amici dei Navigli prevede di riconnettere la Conca di Viarenna alla Darsena, ricomponendo il bacino e restaurando la Conca per realizzare un porticciolo nel bacino di via Olocati a servizio del Parco delle Basiliche, del Museo Diocesano e dell’Anfiteatro romano.

L’alimentazione del canale avverrebbe con acqua prelevata da pozzi inattivi presenti nei dintorni utilizzata per la produzione di calore/freddo attraverso un sistema di pompe di calore, studiato da A2A S.p.A.. Dal bacino di via Olocati, l’acqua corrente consentirebbe il funzionamento della Conca e alimenterebbe la Darsena e quindi il Naviglio di Pavia, aumentandone la portata.

Il sottopasso del canale di viale Gabriele d’Annunzio rappresenterebbe un percorso alternativo protetto per l’attraversamento del viale a piedi e/o in bicicletta.

Per consentire, poi, continuità a via Ferrari, perpendicolare al canale, il progetto prevede la realizzazione di un

ponte girevole dello stesso disegno di quello proposto ai primi del ‘900 per il Naviglio della Martesana.

Le tre lapidi sovrapposte all’edicola soprastante la Conca verranno attentamente rimosse dalla muratura per essere restaurate. A restauro effettuato, verranno ricomposte nella bacheca, sottovetro, che sarà costruita in una nuova struttura espositiva.

Il progetto è stato realizzato con il contributo della Fondazione Banca del Monte di Lombardia, con la partecipazione di A2A S.p.A. e dei Lions Club milanesi.

Abstract

Viarenna’s lock was built between 1557 and 1558 by Vincenzo Lombardo and Cristoforo Seregni, and had been very important for Milan’s history being the only way for the heavy blocks of marble from Candoglia’s mine (lake Major) to reach the heart of Milan and built it’s cathedral, the Dome. The connection between the canal named “Naviglio Grande” (flowing from Abbiategrasso) and the inner ring of canals named “Cerchia Interna” was assured by Viarenna’s lock (Conca di Viarenna). The hydraulic manufact allowed boats to overcome the 2 meters height difference between the lake of St. Eustorgius and the “Cerchia Interna”, was preserved by the Ministry of Environmental and Architecture Heritage by the Ministerial Decree dated 25 July 1986.

Empio Malara, president of the “Associazione Amici dei Navigli”*, developed the front end design entitled “Restoration of the antique lock of Viarenna, and the reopening of the basin of the Darsena harbor”. The proposal is to bring water back in the historical centre of Milan, along Via Vallone, between Darsena harbour and Varienna’s lock. The preliminary project, edited by “Associazione Amici dei Navigli” with the contribution of Fondazione Banca del Monte di Lombardia and the help of A2A S.p.a, is consisting in the restoration and connection of the antique lock “Viarenna” to the Darsena harbor.

Reconnecting the Conca di Viarenna with the dock means, first of all, restoring the lock and completing its missing parts. The project is also aiming to transfer the fifteenth century gravestones, which are currently hidden and exposed to weather degradation, to a new and protected location, thus allowing a permanent exhibition describing the evolution of the basin as well as the history of the arms between the “Naviglio Grande” and the Cerchia Interna.

Reconnecting the Conca Viarenna to the Darsena also means the reopening of the "Tombon"(i.e. the bridge under which the canal and the towpath were flowing), the construction of a mobile bridge in via Ferrari, extending the basin of the Dock within the “Cerchia dei Bastioni” and finally offer new room to water within the historical center as well as starting that process of rediscovery of the Naviglio Milan, to which the Municipality of Milan is dedicated today.

Progetto realizzato dall'Istituto per i Navigli/Associazione Amici dei Navigli

con il contributo di
Fondazione Banca del Monte
e la partecipazione di
a2a Spa e Navigli Lombardi s.c.a.r.l.
Beneficiario
Comune di Milano

 

 

 

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